Καθολικοί και ορθόδοξοι στο Ρέθυμνο στα χρόνια της αρχιερατείας του επισκόπου Giulio Carrara (1582-1589)

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.25, 1995, pages 239-273

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239-273
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L’ argomento sono i contrasti del vescovo latino di Retimno Giulio Carrara con le Auttorità veneziane e con la popolazione della città, le proposte, inoltre, che egli formulò al papa Sisto V per la realizzazione di un disegno che mirava alla restaurazione del dogma cattolico a reta. L’indagine di questi contrasti, via via sempre più aspri, che si inseriscono nella particolare rete dei rapporti tra Venezia e Roma negli ultimi decenni del XVI secolo, fa luce sulle relazioni del potere secolare con quello religioso e tra la popolazione cattolica e quella ortodossa di Retimno sotto il dominio veneziano di questo periodo. In particolare, il rifiuto del Carrara di inaugurare la nuova chiesa metropolitana della fortezza della città lo portò in urto con Venezia, che guardava alla consacrazione della chiesa come mezzo di completamento politico relativo alle fortificazioni, vale a dire il graduale trasferimento degli abitanti della città all’interno della cinta della fortezza. Più importante di questo fu la questione che scaturì in seguito alla pubblicazione del rescritto con cui il vescovo intese metter giudizio tra quei sacerdoti ortodossi che, secondo lui, cercavano con mezzi illeciti proseliti al proprio dogma tra i latini. La sua minaccia, poi, di scomunicare una donna della famiglia dei nobili cretesi Sanguinazzo, che aveva aderito all’ortodossia, provocò la perentoria reazione della popolazione ortodossa, la quale con una protesta presentata a Venezia cercò di respingere le accuse rivolte ai preti dal prelato, chiedendo anche l’immediato intervento della Repubblica per rimettere ordine nella città. Venezia, per parte sua, fedele alle proprie scelte politiche che si connettevano con una agevole signoria a Creta e valutando la gravità della situa zione, dette ragione in questa fase agli ortodossi.Nel settembre del 1587 Carrara si recò a Roma, ove informò il Papa Sisto V (1585-1590) della riduzione della popolazione cattol ica a Creta e dei fatti di Retimno con lo scopo di strappargli una promessa in favore della fondazione di scuole gesuitiche a Creta, la cui attività avrebbe, secondo lui, enormemente contribuito allo ripristino del credo cattolico nell’isola. Dopo molti mesi di consultazioni, nelle quali protagonista fu anche il cardinale Giulio Antonio Santoro, oppositore delle proposte del Carrara sia riguardo alla fondazione, ma soprattutto sulle modalit à di finanziamento dell’ordine gesuitico a Creta, si deliberò, il 24 giugno 1588, l’invio di gesuiti nell’isola, mentre per quanto riguardava le spese dell’ordine si sarebbe attinto in proporzione dalle diocesi locali. Venezia, coerente con la sua strategia d’equilibrio, promise di contribuire attivamente alla realizzazione della delibera papale con una sovvenzione dello Stato.Non si conosce con certezza quando il vescovo fece ritorno a Creta; è qui tuttavia che egli morì il 20 settembre 1589. Una scuola gesuitica alla fine fu fo ndata soltanto a Candia, che dovette far fronte sulle prime a difficoltà di mantenimento; la sua attività non durò comunque a lungo a causa del bando dall’isola inflitto all’ordine nel 1605, anno in cui culminò la tensione dei rapporti tra Venezia e Roma.
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Περιέχει παράρτημα και σημειώσεις, Θα ήθελα από αυτή τη θέση να εκφράσω τις ευχαριστίες μου στον καθηγητή και διευθυντή του Ελληνικού Ινστιτούτου Βυζαντινών και Μεταβυζαντινών Σπουδών Βενετίας κ. Νικόλαο Παναγιωτάκη, ο όποιος με τις υποδείξεις του συντέλεσε στη βελτίωση αυτής της μελέτης.